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Squarci > giovedì 29 maggio 2014 - #944
Realia
Andrea D'Angelo
Realia

Dietro l'unica finestra illuminata che affacciava sul PreuA?enpark, a tarda notte, qualcuno fumava
pensieroso.
a??Probabilmente A?N giA? lA?? che mi aspetta, nei suoi tacchi alti. Sono in ritardo, ma non posso ancora
andare. In questo momento starA? pensando che non mi presenterA2 all'appuntamento. Ma non se
ne andrA?. Tra un'ora probabilmente comincerA? a chiedere a se stessa se non avrebbe piA1 senso
rinunciare all'idea di vedermi apparire all'angolo della strada, poi si chiderA? quando la sua dignitA?
comincerA? a essere finalmente piA1 importante delle sue aspettative. Non A?N carino da parte mia, lo
so.a??
Si accese un'altra sigaretta.
Il vento scuoteva le chiome degli alberi e il parco appariva come una bestia feroce al risveglio da
un sonno profondo, mentre la sigaretta sembrava bruciare cosA?? velocemente da trasformare tutte
le sue scuse in un mucchio di cenere.
Improvvisamente la telefonata che stava aspettando arrivA2. a??g Sto arrivando, non preoccuparti,
sarA2 lA?? il prima possibile.
Sua moglie aveva ascoltato la breve conversazione e la sua voce vibrA2 di spavento quando disse:
cos'A?N successo?
- Ha avuto un altro attacco, ha detto di star prendendo le sue pillole, ma non gli credo.
Prese il cappotto e corse via. Dopo essersi chiuso la porta di casa alle spalle sospirA2 per un
momento. Non era carino nemmeno mentire a sua moglie.
Qualche anno prima, quando non erano ancora sposati, pregA2 un amico di fingersi affetto da un
disturbo psichico. Ogni volta che aveva bisogno di nasconderle qualcosa una richiesta d'aiuto
poteva dargli una scusa.
Ad ogni modo in quel frangente non aveva il tempo di sentirsi in colpa. SaltA2 in sella alla sua
bicicletta e cercA2 di distogliere l'attenzione da ogni rimorso che potesse affiorargli alla mente. Che
tentativo stupido! Se si fosse concesso per una volta di essere semplicemente se stesso quell'auto
forse non l'avrebbe investito.
Dell'ultima notte della sua vita resta solo il rumore dell'ambulanza accompagnato dalle luci rosse
lampeggianti che non vide mai.

Sul ponte che si allunga all'uscita del Bodemuseum e che collega le due rive della Sprea lei era
ancora lA?? ad aspettarlo. La musica di un violino, suonata da un giovane altro e biondo,
accompagnava l'armonia caotica di quella ventosa notte di primavera.
I suoi occhi erano fissi sullo scorrere del fiume, le sue orecchie cercavano di mettere ordine tra i
pensieri confusi che aveva nella testa coprendoli di musica.
a??Non verrA?. Come ho potuto credergli? Queste cose succedono solo nella letteratura di cattivo
gusto.a??
La musica si fermA2 e il musicista fece per andare via.
- La prego non si fermi. Solo un altro po'.
- Sono molto stanco.
- La prego, non c'A?N niente di cui abbia piA1 bisogno in questo momento. Posso pagare.
C'era qualcosa in lei che lui non riusciva a cogliere, era come se nascondesse una segreto, con
discrezione.
- Solo un altro po'.
E mentre riprendeva a suonare la guardava fissare di nuovo lo scorrere del fiume. Gli sembrava
Violetta presa dai suoi struggimenti ne La Traviata. Si ritrovarono a respirare lo stesso dolore e la
stessa bellezza ovunque intorno a loro e fu come se tutto sublimasse in un momento di
perfezione.
La musica si fermA2 di nuovo e lui le andA2 incontro. La vide piangere e l'abbracciA2.
- A volte, camminando per le strade di questa cittA? non riesco a vedere altro che fantasmi che
sognano di diventare reali.
- Cosa?
- EntitA? diafane. Nient'altro che apparenza. Ombre su un palco.
- E noi siamo reali?
La baciA2 e poi la prese per mano, invitandola a nascondersi con lui dietro a una colonna.
La tristezza che l'aveva avvolta nell'attesa del suo Godot sparA?? all'improvviso. Forse quella notte
avrebbe potuto essere un punto di svolta che avrebbe rimesso in discussione tutte le conclusioni a
cui l'aveva portata la vita. E per un attimo allora decise di credere. A lui perA2 quell'attimo di fede
non bastava. E quando provA2 a toccarla fra le gambe la scoprA?? donna in ogni parte del suo corpo,
tranne lA??.
- Dio, che schifo!
Le diede un pugno in faccia. Lei cadde, il naso le sanguinava.
CominciA2 a prenderla a calci, soffocando le sue richieste di fermarsi.
FinchAc non si fermA2, prese il suo violino e la colpA?? in testa.
- Cosa ho fatto? L'ho uccisa.
Spaventato e confuso, scappA2 via.
E le luci della cittA? continuavano a riflettersi nel fiume, mentre lui non riusciva a vedere altro che il
grigio che si portava dentro e il rosso che gli sporcava le mani.

- Corri! Corri! Dove? Va' a casa.
Quando aprA?? la porta di casa intorno a lui non si ritrovA2 altro che silenzio. Sua moglie e sua figlia
stavano giA? dormendo e sulla tavola della cucina c'era ancora una fetta della sua torta di
compleanno. Accanto alla torta il display della sua macchina fotografica mostrava ancora una delle
foto che avevano scattato a cena prima che uscisse a ubriacarsi con gli amici. PoggiA2 il violino sulla
tavola e toccA2 la macchina fotografica. La macchia rossa che vi lasciA2 sopra gli ricordA2 di avere
ancora le mani sporche.
Guardando fuori dalla finestra sperA2 che la luna fosse l'unica testimone di ciA2 che aveva fatto
quella sera.
Si lavA2 le mani e andA2 a letto.
Quando si svegliA2 la mattina dopo i ricordi della notte precedente gli sembrarono essere solo un
incubo. Si sentiva come un uomo nuovo e non fu per niente difficile alzarsi e fare una doccia,
mentre sua moglie e sua figlia giA? facevano colazione in cucina.
Ma quando entrA2 in cucina e sua figlia gli disse a??g Buongiorno papA?! a??g vide oltre di lei che in
televisione stavano dando la notizia di un transessuale che era stato trovato morto davanti al
Bodemuseum a Berlino.
- Buongiorno. a??g Le rispose e poi le sorrise, pensando che non ci fosse alcun motivo per rovinare le
ultime ore di una vita normale. Non sapeva che non sarebbero state le ultime. La polizia non
avrebbe mai scoperto chi avesse ucciso il transessuale e in un paio d'anni anche la sua paura di
essere scoperto sarebbe svanita.

Quella mattina sua moglie si era svegliata molto agitata. La sera precedente, alla cena per il
compleanno di suo marito, aveva promesso a se stessa che si stava lasciando alle spalle l'ultimo
giorno di menzogne. Un anno prima aveva conosciuto una donna a una festa della scuola
elementare che frequentava sua figlia. In quel momento si era sentita viva per la prima volta.
Prima d'allora non aveva mai pensato che fosse possibile provare dei sentimenti cosA?? forti per
qualcuno. Dopo il loro primo incontro cominciA2 a prendere parte a qualsiasi attivitA? della scuola
nella speranza di rivederla. E qualche mese dopo le confessA2 il suo amore. Inaspettatamente
scoprA?? che il suo amore era ricambiato e insieme decisero di lasciare i rispettivi mariti e andare a
vivere insieme.
Quello sarebbe stato il giorno fatidico. Quando suo marito uscA?? per andare a lavoro aveva
un'espressione pensierosa sul volto e la paura che lui sapesse cosa avesse intenzione di fare le fece
provare una grande pena.
Questa sensazione non l'abbandonA2 mentre faceva le valige e le sembrA2 che il tempo scorresse
troppo lentamente.
Alle 11 in punto l'unica persona che aveva mai amato avrebbe dovuto passarla a prendere eppure
non era ancora lA??.
a??A? in ritardo, lei non A?N mai in ritardo...a??
- Dove sei?
- Mi dispiace, ma A?N successo qualcosa di orribile.
- Di cosa stai parlando?
- Mio marito ha avuto un incidente ieri nottea?| A? morto. Ora devo andare, ti richiamo.
Da quel giorno, sono ormai due anni che aspetta quella telefonata.