trattengo la luce
di una lampada a un crocevia,
e salgo fino alla??antica casa dirupata
nella??immenso sommerso da alberi.
Una spirale di scale,
e sono davanti alla tua stanza senza vetri,
la gabbia di memoria adagiata nel profondo.
Il mio senso da??impotenza,
intrappolato tra i ferri del balcone,
resta a guardarti andare via.
E cosA??, madre,
o chi tu sia,
tra le labbra del giorno ritorni
a dissetarmi di celeste.