A due passi da me la??oceano fa capriole di onde e schiuma, ostenta una ricchezza minacciosa da??acque e sale e giorni di mare.
Non posso non notare che questa??anno i girasoli hanno disertato le nostre terre, e che i cavalli muoiono, e i pozzi sono vuoti, e le susine non hanno piA1 il sapore di un tempo.
Eppure a valle i campi da golf sono irrigati tutti i giorni, e le risaie, a monte, trattengono le acque del fiume che da noi arrivano giA? inquinate.
Le ultime case hanno preso fuoco stanotte, la??elicottero dei pompieri A?N precipitato mentre cercava di spegnere le fiamme.
a??Quel che A?N peggio A?N che A?N tutto veroa??- dice il poeta.
E noi?
Viviamo ai margini di una laguna, dietro le dune di sabbia che fa il mare. Da noi, in periferia, tutto arriva dopo un poa??, sempre tardi, sempre quando gli altri sono sazi. Quando resta qualcosa da dividersi.
La??acqua che ci raggiunge porta con sAc un fardello di prodotti chimici, di scorie, di resti umani e immorali.
La nostra pozza A?N piccola, troppo piccola per contenerci tutti, perdiamo colore tra le chiazze di grasso che si sommano sulle nostre squame.
Pesci da??acqua dolce, siamo i primi a morire. Non abbiamo un altrove, un buco attraverso cui scappare.
Questa recinzione A?N causa e effetto del nostro finire.
Quando fa giorno i morti salgono in superficie e vi galleggiano per giorni, e allora i piA1 si accorgono del nostro malessere e per un poa?? ci mettono sui giornali.
Giochiamo a scommettere chi sarA? la??ultimo ad evaporare, e intanto la notte e la??alba, il tramonto, i coralli e la??odore del mare.
La??aquilone che ci cade addosso stasera sembra una zattera gigante venuta a salvarci. Ma non ancora...
Vivere in acque sporche significa aver paura di respirare, di bagnarsi e perfino di continuare.
PerciA2 moriamo, forse solo per paura di morire.