Ti volti e non mi trovi nel letto, al mio posto Zobeide, che ti fa le fusa. Sta vicina a te perchAc ti adora e perchAc la camera da letto, la mattina, A?N la stanza piA1 fresca, poi se ca??A?N un posto vuoto a letto e vicino a te, per giunta. Lei A?N una gatta a pelo lungo, rossa, persiana mista a qualcosa??altro, non saprei, so solo che la trovai nel giardino, la prima volta che misi piede in questa casa, ed era un batuffolone rosso tra gli sterpi, che cosA?? era ridotto il giardino. Lei ti adora, tu un poa?? meno, per il fatto che ogni tanto ti graffia o ti morde, e a te non va: eppure dovresti capirlo che A?N il suo modo di fare la??amore con te.
Ti alzi e cominci a girare per casa. Mi chiami. Entri nel soggiorno, che A?N inondato di luce e lo sarA? fino a dopo mezzogiorno; il tappeto sembra in fiamme, i suoi colori piA1 accesi che mai; ci sono ancora i due grandi cuscini quadrati, ricoperti di seta cotta verde scuro e fucsia, che sono stati il nostro giaciglio da??amore stanotte. Ma la stanza A?N vuota. Vai in cucina ed A?N lo stesso, neanche tracce di un caffAc o di foglioline di tA?N o briciole di biscottini. Niente.
Io sono al mare in questo momento.
Mi sono svegliata prestissimo. Tu dormivi. Ti ho osservato, sei bello quando dormi, anche quando dormi. Sei tranquillo, hai la??aria serena. Ti ho lasciato dormire e mi sono alzata, facendo piano. Avevo giA? in mente cosa avrei fatto, un desiderio che mi si A?N formato in fondo, lA?? fra le cosce, appena ho aperto gli occhi e, forse, prima. Dal secondo cassetto del comA2 ho preso il mio costume, dalla??armadio la lunga casacca di lino grezzo color ecrA1 e sono uscita dalla stanza, ho visto la Zobo entrare e ho capito che avrebbe preso il mio posto accanto a te. Non hai tregua, quando vieni da noi.
Ho indossato il costume, il pezzo intero verde acqua, la casacca ecrA1 e i sabot con la tomaia di pelle lavorata, che ricorda le ciabattine di FA?Ns, sui toni del crema e della??oro, la stuoia di paglia intrecciata, in spalla come una faretra, e la mia tracolla di tela verde salvia. Sono andata al mare.
Ho percorso con calma il vialetto che separa la casa dalla pineta, poi mi sono immersa nella pineta, e lA?? A?N cominciato: il mio orgasmo di colori. La pineta, a quella??ora, A?N verde intenso, come la tua voce, ero dentro la tua voce, ogni ramo, ogni ago, risuonavano di te. Procedo senza fretta per istinto, per esperienza, ma ora a occhi chiusi, seguendo la tua voce verde. Arrivo allo stretto sentiero di sabbia, limitato da rovi alti, A?N un passaggio angusto, tortuoso e poi da??improvviso il mare. Il mare oltre il dosso di una piccola duna dorata e poi la??azzurro che brilla. Continuo a camminare e faccio fatica ad andare piano, vorrei correre ma sento che mi dici di no, di tenere quel passo, nella sabbia appena tiepida, nella brezza che punge appena. Ubbidisco ma superato il dosso della piccola duna accelero e arrivata al limite della striscia piA1 umida, mi spoglio. Getto via tutto, tolgo la casacca e una dopo la??altra abbasso le spalline del costume e via anche quello, nuda entro in mare come se entrassi in te. E tu sei immenso, un immenso fluido il tuo elemento. Ti vengo incontro, tu sei oltre le onde, lA? dove la??acqua sembra immobile, nuoto verso di te. Sento la??acqua tra le gambe ed entrarmi dentro. Sei tutta??attorno a me e dentro di me. Mi lascio inghiottire, affondo nelle acque, mi perdo in quella??azzurro che A?N diventato verde, sento il sale sulle mie labbra e sulla lingua, ti bevo.
Ti raggiungo.
Mi rilasci, mi fai emergere e, senza che io nuoti e muova un braccio o dia un colpo di gambe, mi riporti a riva, dove giaccio nuda, occhi chiusi al sole del mattino.
Mi risveglio che una ciocca dei miei ricci, asciutti ormai, mi solletica il naso mossa dalla brezza, che soffia sulla peluria del mio pube. Mi risveglio nel desiderio di te, di te muscoli, braccia, forti, bocca, perfetta, mani sapienti, di te occhi scuri, capelli neri, di te duro e grande.
Prendo in fretta le mie cose, il sole comincia a scottare, ma il lino della casacca mi protegge le spalle, i sabot mi difendono i piedi dai cristalli caldi della sabbia. Torno indietro, verso casa.
Infilo il corridoio che tu esci dal bagno, hai appena fatto la doccia e indossi la??impermeabile, tutto, persino il cappuccio sui capelli neri. Io sono nel sole, che penetra dal soggiorno, e tu puoi vedermi tutta soffusa di rosa, brillante di sale, con la??oro del sole nei capelli.
a??Dove sei stata?a?? Mi dici e accostandoti a me mi stringi, le tue mani sui miei glutei.
Senti che sono nuda, sotto la casacca, sono tornata nuda da te.