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Poesie > martedì 2 novembre 2010 - #43
Al ritorno
Carlo Di Legge
Al ritorno a casa, i pittori avevano appena finito:
sulle pareti avevano dipinto i colori del mare intenso,
del cielo sereno
e del tramonto. Io portai con me il vecchio mare sempre
nuovo, la??Adriatico sonnacchioso come un gatto
azzurro nel primissimo pomeriggio,
lo stupore per le cortecce delle giovani palme che
salivano a cercare il cielo,
per il miracolo geometrico della vita.


Bastava togliere polvere e rimettere in ordine, cosA??
credevo, ma
sbagliavo. Cominciai a??g non ho ancora finito: prima
con calma,
poi sempre piA1 di fretta, senza badare alla stanchezza.
Si complicavano le cose a??g bisognava anche
scegliere con cura i libri da tenere e salutare
gli altri.
E scusarmi con i ritratti dei genitori e dei nonni a??g
non andavano piA1 alle pareti
anche se non ancora in cima alla??armadio,
ma poggiati in piedi tra pavimento e muro,
cercando di calmarli: non temete, vi guardo
sempre, e siete presenti.
Adesso, dopo qualche giorno, anche qualche
mobile sta partendo, e mi sembra
che la pittura delle pareti fu solo un pretesto, o un
inizio.

Vado urtando negli spigoli ancora fuori posto
e ho bisogno di riflettere su ciA2 che si
conserva
e ciA2 che si perde.
Voi, presenze amate o ignote,
non mi lascerete mai,
sono tessuto di voi, come ogni minima fibra di
un albero A?N fatta di potenze di terra e di sole.
La vita A?N come un intreccio con
la??invisibile e il mistero,
perciA2 neancha??io potrA2 lasciarvi, perchAc
restate,
sebbene ora io senta di dover viaggiare piA1 leggero.
La??anima A?N divenuta come un arazzo
di figure e storie incalcolabili, e si ritrova
come la vecchia fortezza saccheggiata ma ferma
sul mare,
A?N come il mare sempre nuovo, che sonnecchia e
aspetta vento.