parte
da quella vertebra
quella
da quel nodo di ossa in fondo alla tua schiena.
Il tuo corpo A?N la mia casa
il viaggio
che non ho mai smesso
ventoso e scomodo
una piazza, meglio una panchina
di marmo fresca
di fronte al mondo dove sedermi a
raccogliere e scomporre frammenti di sguardi e unghia
polvere di tempo
da cui sono stata messa in guardia.
La navigazione, con bende e pali a cui legarsi stretti,
comincia
quando le tue braccia sono allungate e pendule
come a filo da??acqua
senza forza e con le mani in fondo
vive.
Il tuo corpo A?N la mia casa
un carrozzone itinerante lontano dal circo
se stai di spalle
un muro fresco per la??estate
a volte
una stanza in nero
da abbandonare sbattendo la porta
per ricominciare passo dopo passo
a seguire quella linea curva
che conosci
quella??accenno di strada ferrata.