Poesie | giovedì 20 aprile 2006

Licia Pizzi

Pellegrinaggi

Il mio itinerario quotidiano
parte
da quella vertebra
quella
da quel nodo di ossa in fondo alla tua schiena.

Il tuo corpo è la mia casa
il viaggio
che non ho mai smesso
ventoso e scomodo
una piazza, meglio una panchina
di marmo fresca
di fronte al mondo dove sedermi a
raccogliere e scomporre frammenti di sguardi e unghia
polvere di tempo
da cui sono stata messa in guardia.

La navigazione, con bende e pali a cui legarsi stretti,
comincia
quando le tue braccia sono allungate e pendule
come a filo d’acqua
senza forza e con le mani in fondo
vive.

Il tuo corpo è la mia casa
un carrozzone itinerante lontano dal circo
se stai di spalle
un muro fresco per l’estate
a volte
una stanza in nero
da abbandonare sbattendo la porta
per ricominciare passo dopo passo
a seguire quella linea curva
che conosci
quell’accenno di strada ferrata.


Su Licia Pizzi
Classe 1974, è laureata in Lingue e Civiltà Orientali presso l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”. Nel 1999 il racconto “L’amante” compare nella raccolta “Dall’asilo dell’invisibile”, pubblicata dall’associazione culturale “33,3 periodico” in collaborazione con l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”. Nel 2004 il suo racconto “Insieme" partecipa alla collettiva “Televisione: Arma di DistrAzione di massa”, organizzata dal Goethe Institut in collaborazione con il Comune di Napoli. Scrive dunque, si occupa di cinema e viaggia. Di continuo.

Sulla rubrica Poesie
A volte c’è un bisogno di sospensione. Di densità diversa. Di tempo trasognato. Di spazio poco arredato. Di un posto delle fragole nell’anima. Di silenzi gentili che non sono di solitudine, ma di rade presenze discrete. A volte c’è un bisogno di sorpresa, di lampi improvvisi, accensioni impreviste. C’è un bisogno di respiro irregolare, di battito lento. Di ricerca segreta tra le pieghe del sogno e le unghie della realtà. A volte c’è un bisogno di attesa. Di ricordo. Di sguardo lontano, distante. Di confini indistinti, di profili scontornati, nuovi. A volte c’è un bisogno di poesia. In quest’angolo di rivista se ne trova di nuova, di inedita, di molto famosa, di nascosta, di quella che addolora e di quella che consola. Basta cercare. Basta aver voglia di scoprire parole segrete. Basta trovare un piccolo tempo anche per la poesia.

Del fare e del disfare. Un preludio biografico, di Licia Pizzi (Fuori Collana, 2017)
Scrivi per me, di Licia Pizzi (I Coltelli, 2005)