Squarci | lunedì 3 aprile 2006

Luciano Zaami

Senza titolo

Luca ha otto anni, ed è un bambino solo, o meglio, si sente solo.

Per non stare troppo solo, si è creato un amico immaginario, Matteo.

Matteo sembra essere un tipo molto sveglio, più del suo creatore.

Tutto quello che Luca non sa fare o dire, stranamente, riesce molto semplice al suo amico.

Giorno dopo giorno, più nessuno sembra preoccuparsi di quel compagno immaginario, di quella presenza non presenza scaturita, di certo, da un’insofferenza di Luca.

Stranamente per tutti i familiari e gli amici, Matteo divenne una figura familiare, quotidiana e quasi reale.

D’improvviso, e come sempre accade, quasi incosciamente, tutti cominciarono a parlare anche con lui. Lo trattavano proprio come una persona reale e di famiglia. E più il tempo scorreva, più la gente parlava con Matteo, e più parlavano con lui, meno lo facevano con Luca.

Finché un giorno, si finì per parlare solo con Matteo, l’amico immaginario.

Adesso Luca era veramente solo, così solo che sembrava esser diventato lui l’amico immaginario di Matteo.

Stanco di tutto, un giorno, decise di sparire, e lo fece realmente.

Quando non ci fu più, nessuno pianse per lui, nemmeno Matteo.


Su Luciano Zaami
Nasce nel profondo Sud Italia, a Caltanissetta. Per caso e per voglia, si trasferisce nel 1997 a Napolilaurearsi in Lingue e Civiltà Orientali all’Università di Napoli “L’Orientale”. Dal 2000 comincia a frequentare l’Ungheria e Budapest. Trascorre così gli ultimi sei anni della sua vita in un continuo migrare fra il sud ed il nord dell’Europa. In perenne ricerca di una fissa e serena dimora, scrive soprattutto sulle sue esperienze di viaggio, fisiche ed interiori.

Sulla rubrica Squarci
Se la scrittura si serve di aghi e coltelli, se punge e lacera, se ogni pagina apre un varco in mezzo all'ovvio e al non detto, se la ragione ha bisogno di attimi di illucidità, se ogni testo si apre su un paesaggio interiore, se è un buco della serratura da cui spiare il mondo, se duole, se è una lama nella carne, se è una trama interrotta in un punto a caso, se la narrazione si spezza come un canto, se è una dissonanza, se semplicemente siete curiosi di sapere chi siamo. Estratti, ferite, fenditure di scrittura, un modo per sentire i nostri silenzi e leggere tra le righe di ciò che abbiamo in cantiere.

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