I "Taoist Movies" sono un tipo di film sperimentale a cavallo tra documentario e fiction, caratterizzati da storie brevissime, girate o colte principalmente per strada e più raramente in ambienti chiusi.
Nato dalla personale esigenza di conciliare la cinematografia a un modus operandi moderno, immediato e quanto meno violento possibile, il marchio "Taoist Movies" viene dalla fusione dei concetti di Tao e Strada. Il concetto di Tao assicura la necessaria attenzione del film-maker alla naturale indole/inclinazione di strumenti, luoghi, soggetti e oggetti della ripresa. La Strada, intesa come consolidazione del concetto di sintassi, di flusso e storia - in chiave urbana e quotidiana - si propone come principale, ma non unico, luogo di ripresa e racconto.
Direttamente dall'autore:
Ho accolto con piacere l'invito del signor Matsunaga, organizzatore del cineforum "Malva2" di Sapporo, di proiettare una parte dei miei Taoist Movies, girati a Kyoto negli ultimi dieci anni in cui vi ho abitato.
Grazie alla pubblicità di due articoli di giornale (Giornale di Sapporo e Giornale di Hokkaido) sono accorse alla proiezione molte persone, alcune addirittura da altre città di questa grande isola.
Selezionare e proiettare i corti è stata un'esperienza davvero particolare: è stato per me come riaprire un baule particolarmente prezioso. Considerato che in dieci anni ho girato più di duecento corti, la selezione non è stata certamente facile, anche se alla fine ho dovuto scegliere l'opzione che meglio rendesse la natura e l'evoluzione del progetto, affidandomi quindi a un naturale ordine cronologico.
Da tale scelta è emersa una dimensione tecnologica e visuale inaspettata: i primi filmati erano in definizione standard e a mano a mano che la proiezione andava avanti e gli anni passavano la risoluzione delle immagini aumentava fino ad arrivare alla Alta Definizione, oggi ormai abituale anche per gli sguardi più distratti. Pur sapendo di non aver mai forzatamente aggiunto ai miei film una "patina vintage" o particolari effetti di colore, i film di soli dieci anni fa sono apparsi a tutti come dei veri e propri filmini d'epoca.
La proiezione vera e propria è durata cinquanta minuti ed è stata da me pensata per scorrere fluidamente, senza calcare troppo i vuoti naturali tra la fine di un corto e l'inizio del prossimo. In questo modo è stato come assistere a un unico film che - visto quanto detto anche sull'aumento della definizione negli anni - avesse la curiosa e rarissima caratteristica di maturare, a vista d'occhio.
Il primo filmato, in realtà introduttivo, è un esercizio di montaggio/sabotaggio del tempo da me fatto nel 2004. Si chiama "Ho sognato questo" ed è una brevissima sequenza di un film di Yasujiro Ozu che ho estremamente rallentato - e dunque allungato - per poter permettere al suo interno una sorta di esplorazione aggiuntiva degli spazi, delle storie e dei personaggi. Il titolo è in realtà un riferimento affettuoso al film "Sogni" di Akira Kurosawa, argomento della mia tesi di Laurea all'Istituto Universitario Orientale di Napoli.
"Questo filmato, in prima posizione nella sequenza di proiezione, ha posto il pubblico in una modalità ricettiva da "vero cinema" e certamente ci ha portati a recepire l'intera proiezione in una ulteriore modalità cine-onirica." - Sig. Yoshio, regista e autore televisivo.
A seguire, una serie di "Taoist Movies" veri e propri, direttamente girati da me per le strade di Kyoto, alcuni senza dialoghi, altri con sottotitoli in giapponese, inglese o italiano.
"Sono venuta alla proiezione aspettandomi di vedere delle "cartoline di Kyoto" e invece mi sono trovata a fissare e notare con incredibile interesse i dettagli e le storie che ogni angolo di città offre nei momenti più insospettabili. Non capisco né l'inglese né l'italiano, e tuttavia l'impossibilità di capire il livello testuale ha esasperato la mia concentrazione su quanto scorreva sullo schermo. Sì, è stato davvero come sognare!" - Sig.ra Takeda, Centro Culturale di Asahikawa.
Altri commenti:
"Vado spesso a vedere filmati sperimentali. Questi sono stati i 50 minuti più veloci che io ricordi!"
"La prima immagine di ciascun corto, pur sapendo come un Taoist Movie nasce e viene girato, aveva la potenza di un vero film e sembrava promettere ogni tipo di storia."
"Il Giappone, come lo filmi tu, sembra un luogo del tutto alieno... Sono confuso."
Dopo la proiezione hanno avuto luogo un lungo dibattito, moderato dal sig. Oshima, docente di cinema alla Università Informatica di Hokkaido, e la consueta sessione di domande e risposte con il pubblico.
Durante il dibattito ho avuto modo di definire nuovamente al pubblico presente, e a me stesso, i motivi per i quali da sempre sono interessato alle immagini e quindi prediligo il cinema per la sperimentazione con esse. Il sogno è forse la prima vera tecnologia a disposizione dell'uomo. È un peccato (e un assurdo) che non si sia mai sviluppato un filone espressivo, in senso tecnologico più moderno e attuale, che festeggi il sogno, quotidianamente e fuori da camere da letto o studi psicanalitici, allo stesso modo in cui le società festeggiano la ragione, le religioni, e a sfumare, tutte le altre categorie che riempiono le nostre giornate da svegli.
A mio avviso occorre una vera e propria "riconciliazione con le immagini". Esse abitano l'inconscio personale e inondano la società in cui viviamo. Si potrebbe dire che le immagini siano da sempre dotate di una vita propria. Se anche ciò fosse solo un'illusione esclusivamente umana, dovuta alla troppa immaginazione, nel dubbio... il mio tentativo di riconciliazione con esse.
Alessandro Mavilio