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L'aurora tra rosa e verde > giovedì 4 settembre 2014 - #81
Ho sotto gli occhi il rosa aurorale
Rosaria de Marco
Mentre scrivo ho sotto gli occhi il rosa aurorale che impregna di sAc il versante glabro di Capo Miseno e tutta la costa tufacea del golfo. E le case, di qualunque materiale costruite e di qualsiasi colore dipinte. E il massiccio volume del castello aragonese di Baia.
Sotto la??effetto potente di questo colore culturalmente gentile, il verde della vegetazione si fa grigio, come fosse in ombra, anche se guarda a Levante.
Il mare invece trattiene il suo azzurro camaleontico e casuale (oggi il tempo A?N bello), limitandosi ad accogliere in superficie la patina di rosa che diluisce nella liquiditA? e illumina solo il cavo della??onda minima (oggi una??increspatura appena).

Comprendo e condivido la sensazione di freddo associata al verde della??aurora boreale. I colori, in misura piA1 apprezzabile e intuibile di qualsiasi altra cosa per convenzione definiamo a??realtA?a??, risultano dalla relazione oggetto (o fenomeno)/soggetto percipiente. Modeste possibilitA? di stabilire con sicurezza cosa si intenda per verde, o blu. Certo, nella soggettivitA? la cultura copre un ruolo determinante, Omero A?N senza??altro responsabile del sentimento cromatico caldo che associamo alla??aurora. EpperA2 Omero, come noi, era Mediterraneo (o, se si preferisce, espressione mitica di mediterraneitA?) come noi, sotto i cui occhi, quando il tempo A?N bello, il giorno si apre e si chiude nel rosa, letterariamente meno indifferente della??azzurro e, per contiguitA? di frequenza, del verde.
La fisicitA? della geografia, detto in altri termini, non puA2 essere trascurata in una riflessione sui colori.

Il verde sembra avere una natura spiccatamente materica che soffre nel passaggio a uno stato di rarefazione, fino a diventare perturbante. Per le nostre latitudini, la luce verde (anche quella rara e miracolosa del rayon vert) A?N una??effrazione alla??ordine cromatico, sostenibile in quanto tale, e solo se circoscritta nella??intermittenza circolare di un semaforo o di un faro da??atterraggio, o nella stagionalitA? boreale, circolare e circoscritta ancha??essa.
I verdi della??erba, del fogliame degli alberi, dei muschi del sottobosco, delle muffe che striano i muri umidi e i formaggi invecchiati, trasmettono tutti sensazioni di frescura, freschezza, freddo, fino a quello estremo della decomposizione. Nei film e in altre rappresentazioni grafiche o letterarie, il verde A?N spesso associato agli alieni. Insomma, questo colore non presenta buone qualitA? di trasferimento, ovvero tende a a??snaturarsia??, quando riveste la??insolito.

Dunque, se dovesse capitarmi di svegliarmi nel verde, mobile e attraversato da lampi, mi sentirei in allarme, saprei che tutto sta per cambiare, senza sapere in che modo: la luce verde dA? il via libera, A?N vero, ma dove porterebbe una via non illuminata dalla presenza rassicurante del rosa?
Il rosa A?N la certezza che qualcosa di buono puA2 ancora accadere (fossero anche solo le condizioni atmosferiche).
Il rosa A?N il colore-rappresentazione piA1 prossimo alla pelle, alla??incarnato, al seno materno e, piA1 cupo, alla??utero generatore.

Come A?N ovvio, tutto quanto fin qui scritto trova il suo senso soltanto nel fatto che io non sia islandese, o peggio.