Poesie | sabato 14 gennaio 2006

Marisa Tortorelli

Per Benedetta

Sei nata in un mattino di giugno,
dono di fata,
in un mondo
eccedente di gioia e d’amore per te.
Dalla tua bocca sono uscite
note di un magico carillon,
dai tuoi occhi
miraggi di felicità.
Sei cresciuta tra musiche
e favole,
piccola e grande,
generosa e ironica,
dono di fata.


Su Marisa Tortorelli
Una persona come tante, che dello studio ha fatto un cursus honorum, calpestando segrete aspirazioni. Contraddittoria e incoerente, rivoluzionaria ma solo per spirito di contraddizione, non sa rinunziare al passato ma guarda al futuro e ignora il presente. Insegna nel maxiateneo della Federico II. Studia gli orfici, una setta di ‘marginali’ come lei, figli di Terra e di Cielo stellato. Sa di non sapere e invidia chi crede di sapere tutto. Odia gli odi, e ama essere amata. Negli anni passati si è dedicata all’Utopia. Ma quando l’utopia ha trovato un luogo, l’ha riposta tra le stelle.

Sulla rubrica Poesie
A volte c’è un bisogno di sospensione. Di densità diversa. Di tempo trasognato. Di spazio poco arredato. Di un posto delle fragole nell’anima. Di silenzi gentili che non sono di solitudine, ma di rade presenze discrete. A volte c’è un bisogno di sorpresa, di lampi improvvisi, accensioni impreviste. C’è un bisogno di respiro irregolare, di battito lento. Di ricerca segreta tra le pieghe del sogno e le unghie della realtà. A volte c’è un bisogno di attesa. Di ricordo. Di sguardo lontano, distante. Di confini indistinti, di profili scontornati, nuovi. A volte c’è un bisogno di poesia. In quest’angolo di rivista se ne trova di nuova, di inedita, di molto famosa, di nascosta, di quella che addolora e di quella che consola. Basta cercare. Basta aver voglia di scoprire parole segrete. Basta trovare un piccolo tempo anche per la poesia.