News | sabato 5 novembre 2011
Discorso di premiazione del presidente Fioccola
Estratto dal discorso di premiazione del presidente Aniello Fioccola, 2 novembre 2011
Orientexpress è una piccola casa editrice che nasce qui, nel cuore antico di Napoli, tra piazza san Domenico e via Duomo, e più precisamente nell’ambiente culturale dell’Orientale.
Nel 2005 un docente, il professore De Sio Lazzari, che fino all’anno scorso ha insegnato Storia delle religioni all’Orientale, insieme a un gruppo di studenti e laureati decide di dare inizio a questa avventura che va avanti oramai da sei anni con un impegno ostinato. Fin dall’inizio Oxp si è mossa sulle proprie gambe con l’obiettivo di aprire uno spazio di riflessione sulla letteratura e offrire un’opportunità di pubblicazione a chi fosse appassionato di letteratura o meglio, per dirla alla maniere del critico Giulio Ferroni, a chi avesse una passione predominante per la letteratura.
Voglio leggervi un passo proprio dal testo di Ferroni La passion predominante. Perché la letteratura?: “La passione per la letteratura può sussistere solo se si appoggia su una disponibilità all’ ascolto delle voci più diverse e magari contraddittorie”
Oxp parte proprio da qui, dall’ascolto di voci diverse, per tentare di dare voce a queste voci; è questo ciò che ha cercato di fare attraverso le proprie pubblicazioni.
Ci tengo a sottolineare un aspetto importante: Orientexpress è un gruppo di giovani studenti, laureati, dottorandi, tutti appassionati di letteratura, ciascuno nella forma che gli è più congeniale e ciascuno ha messo le proprie competenze a disposizione di questa sorta di laboratorio di idee in continuo fermento, affinché questo progetto potesse andare avanti in un mondo, quello editoriale, che lascia prospettive di crescita solo ai grandissimi editori e ai megastore sul web. Mi preme ricordare che a differenza di tante realtà editoriali di cui oramai è saturo il mercato, Oxp pubblica senza alcun impegno economico per chi scrive.
Nonostante la situazione editoriale italiana non sia felice, noi, come gruppo, crediamo che basandosi sul binomio passione – creatività, vi siano ancora margini di azione e crediamo che anche una piccola realtà come la nostra possa ancora dire la sua.
E questo concorso vuole essene una prova.
Ovviamente, come potete ben comprendere, il titolo “conflitti” nasce da una riflessione sul contemporaneo e dalla presa di coscienza della congiuntura storica in cui viviamo, che necessariamente investe anche la temperie culturale dove si gioca ogni discorso letterario.
Alcuni mesi fa, durante una delle nostre riunioni periodiche è venuta fuori una discussione che aveva come punto di inizio un’affermazione di Ferroni in Scritture a perdere. La letteratura negli anni zero, in cui il critico sostiene che nella società attuale l’unica forma letteraria capace di reggere il confronto con il dato reale è il racconto; mettendo dunque fuori gioco il romanzo e la poesia. Cito ancora il Ferroni: “il romanzo è esposto oggi alla moltiplicazione dei messaggi, alla velocità della comunicazione, alla troppo scorrevole facilità della scrittura, che fa evaporare ogni dato stilistico, all’invadenza del mercato e alla presa dei modelli mediatici. Non è più il tempo del romanzo, è piuttosto il tempo del racconto. E non so se sia il tempo della poesia, che si consuma nel proprio autoriflettersi e nell’indeterminazione delle poetiche e dei linguaggi”
Rispetto a queste affermazioni, ci siamo posti il problema se davvero la poesia fosse oramai una forma di scrittura desueta, e abbiamo voluto metterci alla prova sondando il terreno, per capire quale fosse la risposta non tanto degli studiosi e degli esperti, ma di chi scrive, dei poeti e dunque di voi.
Devo dire che la risposta è stata confortante- Questo concorso è la testimonianza che la poesia è ancora viva e che ci sono ancora molte persone che credono nella forza dirompente della parola poetica. Ci sono giunte quasi cento poesie, da tutta Italia, da Catania a Udine. E quello che sorprende è che più dell’ottanta per cento delle poesie sono state scritte da giovani. Questo ci dimostra che in Italia i giovani non sono solo quelli che partecipano al Grande Fratello.
Concludo segnalando due avvenimenti che ci danno la misura di quanto la poesia sia ancora in grado di rappresentare una forma di espressione della contemporaneità. Innanzitutto il premio nobel per la letteratura 2011 assegnato a un poeta, lo svedese Tomas Transtromer, pubblicato in Italia da Crocetti; e in secondo luogo la Laurea honoris causa assegnata dall’università L’Orientale a uno dei massimi poeti contemporanei Yves Bonnefoy.