Da Kyoto | martedì 1 novembre 2011

Alessandro W. Mavilio

Poessays

Puo' uno scrittore di "poessay" cambiare secoli di tradizione retorica, rendendo indiretto un pensare diretto?

I brevi testi che seguono non sono poesie ma "poessays", il semplice matrimonio di poesia e saggio: opinioni personali espresse indirettamente, secondo la tradizione giapponese, in modo minimalista e - più o meno - poeticamente.

Sono scritti principalmente da studenti universitari giapponesi, in lingua inglese, nell'ambito di un laboratorio di scrittura creativa in lingua straniera tenuto dal prof. John Pereira, e poi tradotti in italiano da me.
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Straniero di John Pereira

So che volete che io viva
ai margini della vostra società.
Ma ciò che non sapete è che
non c'è altro posto dove preferirei essere,
perché si sta bene,
c'è spazio a sufficienza,
tanta aria fresca,
e nessun party di fine anno,
nessun party di inizio anno,
nessun meeting infinito,
nessun bisogno di karaoke.

Voi siete liberi di rilassarvi
e essere come volete.
Io non sfonderò nessuna porta
per entrare.
Sì, questo gaijin è ben felice
di essere fuori.
Grazie.
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Rinascere di John Pereira

Sento spesso i Giapponesi dire
che vorrebbero visitare l'India,
la terra del Buddha,
prima di morire.

Dico sempre loro di andarci
al più presto possibile,
perché se dovessero morire,
il desiderio
se lo porterebbero dietro,
e potrebbero rinascere
indiani.
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Bonsai di John Pereira

Spesso,
nel mio giorno libero,
mi viene da pensare che
il sistema educativo giapponese
e l'arte del Bonsai
fanno riferimento
alla stessa filosofia:
mai permettere che il bambino (o la pianta)
arrivi al suo potenziale naturale.
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L'arte di vivere di Kuniko Katsumata

Chi lavora dice:
abbiamo soldi ma non più tempo.

Chi studia dice:
abbiamo tempo ma mai soldi.
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Zero spaccato di Keiji Yamanaka

Presto saranno le 11 di sera
e la mia famiglia già dorme.
Ma non io,
che sono bello sveglio,
e che oggi, in classe,
cascavo dal sonno.
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Cecità di Kumiko Onishi

Sempre mi dici:
presentami una ragazza carina!

Ma non ci vedi?
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Cloni di Asuka Matsumiya

Lo scienziato
che ha prodotto un clone umano disse:
ecco l'uomo migliore del mondo.
Ề un genio, certamente...
Ma conosce il nome di sua madre?
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Mele di Mayumi Sumi

Il mio frigo ne è pieno.
Il corpo freddo.
La pelle così rosa.

Come me.
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Ricordi di Mayuko Shigeta

Ricordo quella notte a Roma.
Camminammo nella pioggia
e ti bagnasti tutto.
Perché io mantenevo l'ombrello.
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Il tempo di Tatsuya Koshi

Il tempo
è un viaggiatore
che non torna mai a casa.
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Fiorire di Yoshiko Kodani

Il tulipano in primavera.
Il girasole in estate.
Il cosmo in autunno.
La camelia in inverno.
Ma il mio cuore non ha stagioni?
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Armonie di Yoshiko Honda

Ho mani troppo grandi per una ragazza.
Ma non le odio.
Perché saranno le mie finché non muoio.
E allora me le tengo.
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Gentilezza di Miho Kawamura

Su di un treno affollato
dissi a un vecchia donna
di sedersi al mio posto.
Ma lei rispose:
Non sono così vecchia.
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Amici per la pelle di Kantaro Iwasaki

Non ho soldi,
né macchina
né una ragazza.

Ma ho un buon amico.

Non ha soldi,
né macchina
né una ragazza.
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Nascondino di Keiko Yuno

Ho fatto uno scherzo
a mia madre
e lei si e' molto arrabbiata,
era furibonda.
Ma poi all'improvviso
ha suonato il telefono
e lei ha risposto
calma come un angelo.
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Il mio gatto di Keiko Yuno

Ho un gatto
molto egoista
e orgoglioso.

Il mio vicino dice
che gli animali
somigliano
ai padroni.

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Molti di questi testi sono diventati il cortometraggio TABI.


Su Alessandro W. Mavilio
Orientalista, scrittore, cineasta. Laureato in Lingua e Letteratura giapponese presso l’Università “L’Orientale” di Napoli, Alessandro Mavilio ha insegnato per più di un decennio all’Università Industriale di Kyoto. Nell’àmbito del progetto “Taoist Movies” è autore anche di numerosi cortometraggi sperimentali girati in Giappone.

Sulla rubrica Da Kyoto
Di tanto in tanto un contributo da Kyoto, l'antica capitale del Giappone. Perché questo è un mondo immenso e le grandi distanze, le culture diverse, mettono alla prova le capacità del pensiero. Il pensiero e le visioni del mondo non sono mai scontati. Se si cambia orizzonte geografico, e l'angolo d'osservazione per guardare il mondo e per riflettere su di esso, ci si accorge subito che i punti di vista - gli stili del pensiero - sono innumerevoli... Questi scritti sono stati raccolti in circa dieci anni e si sono condensati e completati nel libro "Il Recinto. Sguardi e riflessioni sul Giappone".

Il Recinto. Sguardi e riflessioni sul Giappone, di Alessandro W. Mavilio (Gli Ibischi, 2015)