Poesie | martedì 11 gennaio 2011
Giulia Beatrice Filpi
Poesie
1.
Quando dormi
(a Napoli)
Le altre
ricche
giovani
facili
e tu
così bella
quando ci lasciamo
così bella
quando ritorno
fresca di mare rosa di tramonto
con i panni stesi
con gli occhi chiusi
credimi
così bella
ti sta bene tutto
il nero
il cemento
l'amianto
il pianto
Immagina
domani
di svegliarti
e sognare
Immagina che cosa mi diventi
Che già sei così bella
quando dormi.
2.
Vorrei vederti ridere
Il tuo profumo buono
è rimasto in cucina
vorrei saperti leggere le mani
e gli occhi
perché continui a correre
correrecorrere
mentre sto immobile
in Via Teorica
non voglio niente
le piogge acide
la nebbia alcolica
la neve onirica
vorrei solo vederti
qualche volta
ridere.
3.
Riaffiorare
Ho lasciato sulla spiaggia
la mia vita i vestiti la borsa
un paio di sandali
e di inquietudini
e mi lascio inghiottire
dal blu immaginare
dal blu non pensare
e mi lascio scorrere
oltre la rete
di nervi e di vene
che m'imprigiona
i giorni e le sere
così piccola
così fragile
così mortale
senza respiro.
Io sono mare.
4.
AAA
Con
le finestre sul cielo
azzurro a interessi zero
un tetto per sedersi a immaginare
una stanza per la musica
e una per dimenticare
una spalla per posarci la testa
un letto un divano un veleno
per farci festa
cerco una vita
in affitto
arredata.
5.
*Pinòmen!
ci sono notti
soprattutto notti
che certe facce ti bruciano gli occhi
certe parole fanno diventare sordi
e certe vite fanno diventare morti
cerco uno spazio fuori dallo spazio
e cerco un tempo fuori da ogni tempo
fuori dai giorni dalle ore dai secondi
e chissà quanto costerà un abbonamento
per il concerto fatto solo di silenzio
[cerco]
una casa
di niente
lontano da ovunque
e mi va bene pure
un bicchiere di vino,
comunque.
(* Beviamo!)
6.
Crisi
ho assicurato la malinconia per centodòllari
le abitudini al bancomat
le solitudini al computer
e monetine di tempo
lanciate allo specchio
dei desideri
alla ricerca di parole giuste
portiamo avanti una raccolta fondi
di bicchieri
la psicologia delle masse,
le primavere rosse
e i teledipendenti vanno avanti a metadone
e tu che credi
con gli psicofarmaci
di rilanciare l'economia
i ricordi le ambizioni.
lo stato reale di cose presente
se solo si accosta
gli spacco la testa
7.
Cosa vuoi fare da grande?
Imparerò a domare i piccioni
i capelli
la paura
e il tempo
soprattutto il tempo
imparerò
a dimenticare l'orologio
e me ne andrò
dove mi porta
l' inquietudine
8.
Per le ferite aperte delle fragole
Per le ferite aperte delle fragole
per le pene d'amore delle briciole
credo dovremmo abituarci a piangere
Sulle opinioni di frantumi di conchiglie
in merito alla crisi del petrolio
sui drammi esistenziali
dei crisantemi
credo dovremmo porci dei problemi
Voi non vi sentite in dovere
di restituire il favore?
Di ringraziare
A voi non hanno mai leccato una ferita
il profumo delle arance, la bellezza dei limoni
il sapore delle mandorle, l’incanto dei delfini?
9.
S.
(a tutti gli Stefano Cucchi del mondo)
Un occhio gonfio e l'altro incavato
Morire di morte violenta
morire di stato.
E loro a parlare parlare,
io a scrivere.
Tremendamente inutile.
10.
E però guarda quanto siamo vivi
Come facciano
loro
con l'ombra di vent'anni
e la voce altisonante da profeta
e l’anima in pensione anticipata
a dirti che non cambierà
MAI!
NIENTE!
non so.
sono così sicuri
da fare quasi invidia
a noi artisti d'errori e tentativi
e però guarda quanto siamo vivi
pieni di adesso, ora-e-sempre,
non-è-giusto e mai-più
pieni di adesso, ora-e-sempre,
non-è-giusto e mai-più.