Poesie | mercoledì 14 aprile 2010
Lucia Vitelli
Le parole spezzate
Dalla campagna i suoni delle voci scivolano veloci,
richiami contadini
entrano dalle finestre.
Selvaggi i soffi delle nostre parole.
Dimensioni ambigue,
proiezioni da piegare e imprigionare fra gli scogli.
Mai ti capirò mio Dio
quando dalle balze dei pendii rotoli a valle
le ampie emozioni tradotte in povere parole
e l’eco stanco che muore al limite del mondo,
o, ancora prima, in fumo
dal tetto della casa.
Il giorno è sempre a mezza luce, poi dilegua
nella solita
notte insonne che mi traghetta
al prossimo pomeriggio,
al raro raglio degli asini bianchi,
al Mediterraneo con le sue acque incessanti,
una compagnia invisibile
al deserto dei miei colloqui.
Anche riconoscere, sotto casa,
di quale colore si dipinga il prato
per qualche ora del giorno
pesa.
Quello, lo vorrei fiorito,
sulla mia testa, di parole pendule. Tue.