Poesie | sabato 6 marzo 2010

Marco Parlato

Scrittori notturni

Quel bisogno di scrivere alla sera
cresce ad ogni ora notturna che passa.
Noi che di notte vegliamo le pagine,
lasciateci sbocciare con la luna.
Il pensiero di dormire
senza aver lasciato un segno del nostro
passaggio, crea terrore, ci spaventa.
La parola incisa sul bianco resta
e con essa esistiamo.

Oltre la morte e l’oblio
noi vivremo nel mondo senza corpo,
ma con l’anima bianca dell’inchiostro.


Sulla rubrica Poesie
A volte c’è un bisogno di sospensione. Di densità diversa. Di tempo trasognato. Di spazio poco arredato. Di un posto delle fragole nell’anima. Di silenzi gentili che non sono di solitudine, ma di rade presenze discrete. A volte c’è un bisogno di sorpresa, di lampi improvvisi, accensioni impreviste. C’è un bisogno di respiro irregolare, di battito lento. Di ricerca segreta tra le pieghe del sogno e le unghie della realtà. A volte c’è un bisogno di attesa. Di ricordo. Di sguardo lontano, distante. Di confini indistinti, di profili scontornati, nuovi. A volte c’è un bisogno di poesia. In quest’angolo di rivista se ne trova di nuova, di inedita, di molto famosa, di nascosta, di quella che addolora e di quella che consola. Basta cercare. Basta aver voglia di scoprire parole segrete. Basta trovare un piccolo tempo anche per la poesia.