Poesie | domenica 24 maggio 2009

Francesco Jonus

Estate - Mattino presto, sott’acqua

Bagliori di luce ondulata
imprimono la mia retina.
Mare come vetro offuscato e proteso
a proteggere il silenzio
dell’incessante rinnovamento.
Cenere argentata e multiforme
sospesa in volo
tra essenze d'acqua e oblio.
La vita si nega alla vista,
e si rintana nel suo bozzolo
di oro depurato,
proteggendosi dal primo bagliore
di questo vagheggiato sole.
Non rimane che soffermarsi
sull’impossibile orizzonte blu
in cui tuona,
rimbomba,
soffia,
ansima,
il gentile respiro,
di macchie imprecise e informi,
che vivono al limitare
dello sguardo.

E ritornano i ragni,
su per cunicoli misteriosi e fragili.
Si aggrappano al mio corpo,
felici di aver trovato un approdo,
che ricorda ancora vaghi umori
provenienti da casa.
Mi assalgono dolcemente
ma con insistenza,
aspettano, in silente attesa,
che la corrente porti
il mio corpo,
questo sperduto cristallo inquinato,
a naufragare in pace.


Sulla rubrica Poesie
A volte c’è un bisogno di sospensione. Di densità diversa. Di tempo trasognato. Di spazio poco arredato. Di un posto delle fragole nell’anima. Di silenzi gentili che non sono di solitudine, ma di rade presenze discrete. A volte c’è un bisogno di sorpresa, di lampi improvvisi, accensioni impreviste. C’è un bisogno di respiro irregolare, di battito lento. Di ricerca segreta tra le pieghe del sogno e le unghie della realtà. A volte c’è un bisogno di attesa. Di ricordo. Di sguardo lontano, distante. Di confini indistinti, di profili scontornati, nuovi. A volte c’è un bisogno di poesia. In quest’angolo di rivista se ne trova di nuova, di inedita, di molto famosa, di nascosta, di quella che addolora e di quella che consola. Basta cercare. Basta aver voglia di scoprire parole segrete. Basta trovare un piccolo tempo anche per la poesia.