Poesie | giovedì 23 aprile 2009
Francesco Jonus
Primavera, Estate - Giorni Oziosi
Alta foresta di canne spesse e sognanti,
cella di anime indifferenti
rilucenti d’ambra e di resina.
Colonne che delimitano il passo
del pensiero viaggiatore
prima che il tramonto
lo sorprenda, in attesa e sperduto,
al limitare dell’anfiteatro di brezza.
Pollini si rincorrono inconsapevoli della vita,
e indifferenti alla morte.
Felici esistono per pochi attimi,
persi nel battito attutito,
prima di stendersi come velo nuziale
sul cuore putrescente delle foglie.
La foresta si abbronza in silenzio,
attendendo nuova effimera vita.
E ritornano i ragni,
attraverso caverne scavate nei tronchi marci,
o in volo, sopra farfalle vegetali,
raggiungono il suolo,
pelle di tamburo che batte la meraviglia
e la rigenerazione perpetua che satura l’aria,
che rimbomba in ogni respiro sotterraneo,
in ogni seme perso nel mare di terra.
I corpi ispidi si infittiscono e si prostrano ai miei piedi,
spostandosi ad ogni mio passo,
creando un’onda che si propaga e si infrange
contro la fitta trama di alberi.
Le nere zampe si protendono tutto intorno,
persistendo fin oltre il crepuscolo
e infiammandosi
prima dello sbadiglio mortale dell’ultimo sole.
Mi aprono un solo passaggio
attraverso praterie straniere
Lontano da occidente e verso oriente,
verso una vita diversa.