Poesie | giovedì 26 marzo 2009

Francesco Jonus

Un giardino notturno

Nell'attesa, un istante
tenero, disteso nella luce
di questa luna di bronzo.

Non ho cercato davvero,
nella trepidazione delle parole
immaginate, maschere notturne.

La verità che possiedo,
un'impronta flebile, rada
come parvenza di lucciola.

Ho donato la sola fiamma
di un'ombra, diluita nei gesti
impacciati, nelle mani fredde.

Senza indulgenza, hai inteso
i gesti dietro al paravento, hai
stillato un battito purificato.

Nel giardino notturno,
mi aiuti a scegliere le foglie,
a non dar fretta alle gemme.

In fondo, come acrobati
su di uno stelo, passeggiare,
immemori del freddo,

non riconoscendo la notte,
nel nostro giardino.

Il mio amore è fragile come un giunco.


Sulla rubrica Poesie
A volte c’è un bisogno di sospensione. Di densità diversa. Di tempo trasognato. Di spazio poco arredato. Di un posto delle fragole nell’anima. Di silenzi gentili che non sono di solitudine, ma di rade presenze discrete. A volte c’è un bisogno di sorpresa, di lampi improvvisi, accensioni impreviste. C’è un bisogno di respiro irregolare, di battito lento. Di ricerca segreta tra le pieghe del sogno e le unghie della realtà. A volte c’è un bisogno di attesa. Di ricordo. Di sguardo lontano, distante. Di confini indistinti, di profili scontornati, nuovi. A volte c’è un bisogno di poesia. In quest’angolo di rivista se ne trova di nuova, di inedita, di molto famosa, di nascosta, di quella che addolora e di quella che consola. Basta cercare. Basta aver voglia di scoprire parole segrete. Basta trovare un piccolo tempo anche per la poesia.