Poesie | sabato 9 febbraio 2008

Giuseppe Sterlicco

Il primo cittadino

suo zio
spala la merda dei porci
come se stesse raccogliendo
cumuli di pepite d'oro

ha un orticello
una fattoria
2 cani
4 mucche
5 porci
6 galline
e 3 galli
( anche se a scoparsi le galline
ci riesce uno solo )


suo zio
spala la merda dei porci
pulisce le gabbie dei galli
prepara il pastone alle mucche
lascia gli avanzi ai due cani
come se fosse
il primo cittadino
di questo stupido mondo

ripete che solo lui sa
com'è che si vive
e ogni volta che
passando di lì
mi riconosce
continua a ripetermi
che i libri
non servono a nulla


Su Giuseppe Sterlicco
E' nato il 17 maggio 1987, una settimana in anticipo rispetto ai calcoli e alle aspettative: evidentemente, secondo lui, teneva molto a vedere questo mondo il più presto possibile. A dieci anni ha fatto la prima (ed ultima) comunione. A sedici anni ha conosciuto Leopardi, Baudelaire, Nietzsche, Bukowski, e a diciotto ha scritto la sua prima vera poesia e fondato un gruppo rock, col quale suona ancora oggi.

Sulla rubrica Poesie
A volte c’è un bisogno di sospensione. Di densità diversa. Di tempo trasognato. Di spazio poco arredato. Di un posto delle fragole nell’anima. Di silenzi gentili che non sono di solitudine, ma di rade presenze discrete. A volte c’è un bisogno di sorpresa, di lampi improvvisi, accensioni impreviste. C’è un bisogno di respiro irregolare, di battito lento. Di ricerca segreta tra le pieghe del sogno e le unghie della realtà. A volte c’è un bisogno di attesa. Di ricordo. Di sguardo lontano, distante. Di confini indistinti, di profili scontornati, nuovi. A volte c’è un bisogno di poesia. In quest’angolo di rivista se ne trova di nuova, di inedita, di molto famosa, di nascosta, di quella che addolora e di quella che consola. Basta cercare. Basta aver voglia di scoprire parole segrete. Basta trovare un piccolo tempo anche per la poesia.

Poesie dure&crude, di Giuseppe Sterlicco (Gli Scacchi, 2008)