Poesie | venerdì 7 dicembre 2007

Matteo Pelliti

Battesimo primo

Quanta responsabilità
nel nominarti una volta per tutte!
Eredi di Adamo, noi scegliamo
per te la faccia sonora,
etimologica, bi o tri-sillabica,
monovocalica o meno
del tuo nome proprio,
ora proprio nostro e poi
proprio tuo, unica nel molteplice.

Il primo battesimo onomastico
somiglia ad un'attribuzione di scienza
e di conquista: l'astronomo che noma l'astro,
il biologo l'insettino, l'esploratore il continente.
E noi, tuoi scopritori, dobbiamo
sottrarti all'indistinto di specie
col nome che contornerà i tuoi occhi,
che nei tuoi occhi si specchierà come firma,
la firma che imparerai a tracciare
e nella quale scoprirai di rintracciarti,
e rintracciandoti nel nome rivedrai,
ancora e sempre, noi che lo scegliemmo.


Su Matteo Pelliti
Matteo Pelliti (Sarzana, 1972), si è laureato in filosofia del linguaggio all'Università di Pisa, specializzandosi poi in Comunicazione Pubblica. Ha pubblicato racconti nelle antologie "Ultima spiaggia" (ETS, 2004) e "Caffé ristoro" (ETS, 2006); "Pisanthology" (Giulio Perrone Editore 2007); è coautore della postfazione del libro "Centro di igiene mentale" di Simone Cristicchi (Mondadori, 2007); ha pubblicato la raccolta di racconti "Giocattoli", con la prefazione di Simone Cristicchi (Felici Editore, 2010); ha collaborato con diverse riviste on line e blog dal 2003, dedicandosi soprattutto al campo dei giochi linguistici e della critica letteraria.

Sulla rubrica Poesie
A volte c’è un bisogno di sospensione. Di densità diversa. Di tempo trasognato. Di spazio poco arredato. Di un posto delle fragole nell’anima. Di silenzi gentili che non sono di solitudine, ma di rade presenze discrete. A volte c’è un bisogno di sorpresa, di lampi improvvisi, accensioni impreviste. C’è un bisogno di respiro irregolare, di battito lento. Di ricerca segreta tra le pieghe del sogno e le unghie della realtà. A volte c’è un bisogno di attesa. Di ricordo. Di sguardo lontano, distante. Di confini indistinti, di profili scontornati, nuovi. A volte c’è un bisogno di poesia. In quest’angolo di rivista se ne trova di nuova, di inedita, di molto famosa, di nascosta, di quella che addolora e di quella che consola. Basta cercare. Basta aver voglia di scoprire parole segrete. Basta trovare un piccolo tempo anche per la poesia.

Versi ciclabili, di Matteo Pelliti (Gli Scacchi, 2007)