Poesie | lunedì 12 novembre 2007
Roberto Caterina
New York
Sul porto
vicino al Hudson river
senti ancora la voce
dei capi indiani
il fumo e il rumore
che salgono possenti
tra le isole.
Poi al Central Park,
dietro al teatro shakespeariano
poco lontano
dai giovani "droghieri"
che spacciano
raccolgo una foglia
ancora verde,
e gli indiani del Hudson
sorridono.
Dico loro che non ho più
l'età dei principi azzurri,
se mai dei draghi
e dei grandi capi.
Non potrò liberare più
la principessa
della quinta strada
o di casa mia
ma raccogliere una foglia
ancora...
Su Roberto Caterina
Roberto Caterina ha vissuto sufficientemente per porsi il problema di cosa egli sappia fare. L'esperienza universitaria, a Salerno prima e a Bologna poi, non sempre hanno risposto a questa domanda: hanno indicato, piuttosto, ciò che egli avrebbe voluto fare. Da un'attenta autoanalisi pensa di saper fare bene la dichiarazione dei redditi. Per questo, quindi, scrive poesie: non per trovare facili scappatoie o condoni, ma semplicemente per capire quanto egli deve pagare.
Sulla rubrica Poesie
A volte c’è un bisogno di sospensione. Di densità diversa. Di tempo trasognato. Di spazio poco arredato. Di un posto delle fragole nell’anima. Di silenzi gentili che non sono di solitudine, ma di rade presenze discrete.
A volte c’è un bisogno di sorpresa, di lampi improvvisi, accensioni impreviste. C’è un bisogno di respiro irregolare, di battito lento. Di ricerca segreta tra le pieghe del sogno e le unghie della realtà.
A volte c’è un bisogno di attesa. Di ricordo. Di sguardo lontano, distante. Di confini indistinti, di profili scontornati, nuovi.
A volte c’è un bisogno di poesia.
In quest’angolo di rivista se ne trova di nuova, di inedita, di molto famosa, di nascosta, di quella che addolora e di quella che consola. Basta cercare. Basta aver voglia di scoprire parole segrete. Basta trovare un piccolo tempo anche per la poesia.