Poesie | giovedì 22 marzo 2007

Giangaetano Bartolomei

Cimento per le cose perdute

1. Cimento per la madre assente

Un giorno la tua morte
ha ulcerato il mio tempo
ed ora lo percorre
come una lunga cicatrice.


2. Cimento per il padre che non è più

La tua divisa da colonnello,
la tua voce profonda,
l’eleganza del tuo gesto
e del tuo parlare.
Ma eri sempre irraggiungibile.


3. Cimento per il sorriso che manca

Aspetto sempre che ritorni
il tuo sorriso, così luminoso
che si vedeva nel buio.


4. Cimento per la notte insonne

Al primo chiaro del giorno
l’angoscia si scioglie:
la notte non ha vinto,
avremo un altro sole.


Su Giangaetano Bartolomei
Giangaetano Bartolomei è nato a Napoli, poco prima che l’Italia entrasse nella guerra mondiale (la seconda). E’ scappato da Napoli, scalzo e lacero, mentre piovevano le bombe degli Inglesi. Si è rifugiato a Verona, dove presto cominciarono a cadere bombe anglo-americane. Finite le bombe, finita la guerra, è rimasto nel Veneto (Verona e Venezia) fino al 1967. Poi la sorte lo ha riportato a Napoli, dove ha anche iniziato la carriera accademica, insegnando all’Orientale. E’ venuto poi il suo trasferimento a Firenze (dove vive tuttora) e trentacinque anni di insegnamento nell’Università di Pisa. Nel 2004 è riuscito finalmente ad andarsene in pensione e a dedicarsi soltanto alla scrittura. Chissà se è stata una buona idea. Ha prenotato, da anni, un posto nel Cinerarium del principale cimitero di Firenze, perché di là si gode una magnifica vista sulla vallata. Starà in buona e gioviale compagnia.

Sulla rubrica Poesie
A volte c’è un bisogno di sospensione. Di densità diversa. Di tempo trasognato. Di spazio poco arredato. Di un posto delle fragole nell’anima. Di silenzi gentili che non sono di solitudine, ma di rade presenze discrete. A volte c’è un bisogno di sorpresa, di lampi improvvisi, accensioni impreviste. C’è un bisogno di respiro irregolare, di battito lento. Di ricerca segreta tra le pieghe del sogno e le unghie della realtà. A volte c’è un bisogno di attesa. Di ricordo. Di sguardo lontano, distante. Di confini indistinti, di profili scontornati, nuovi. A volte c’è un bisogno di poesia. In quest’angolo di rivista se ne trova di nuova, di inedita, di molto famosa, di nascosta, di quella che addolora e di quella che consola. Basta cercare. Basta aver voglia di scoprire parole segrete. Basta trovare un piccolo tempo anche per la poesia.

Katàba! Ragionamento in giallo, di Giangaetano Bartolomei (Fuori Collana, 2006)