Poesie | lunedì 8 gennaio 2007

Giangaetano Bartolomei

Tramonto del confessore

Che t’aspettavi
dal vecchio confessore?
Una corte serrata,
una prova d’amore?
Istrice mia pungente,
stambecca scalpitante,
il vecchio confessore
è un pesce boccheggiante.
Non ha nulla da offrirti
che per te sia importante:
nemmeno un’affettuosa compagnia
al cinema, al concerto, in libreria.
Vecchio, tarlato, vizzo, cadente,
può tenerti nel cuore,
ma non può darti niente.
Basta al suo amore,
al suo fusto abbattuto,
il tuo sorriso
e un rapido saluto.
Può biasimarti,
il vecchio confessore,
se tu rifiuti
un simile squallore?
O docta puella sapiente,
esperta di vita e di amore,
sai bene anche tu che alla fine
di tutto non resta più niente.


Su Giangaetano Bartolomei
Giangaetano Bartolomei è nato a Napoli, poco prima che l’Italia entrasse nella guerra mondiale (la seconda). E’ scappato da Napoli, scalzo e lacero, mentre piovevano le bombe degli Inglesi. Si è rifugiato a Verona, dove presto cominciarono a cadere bombe anglo-americane. Finite le bombe, finita la guerra, è rimasto nel Veneto (Verona e Venezia) fino al 1967. Poi la sorte lo ha riportato a Napoli, dove ha anche iniziato la carriera accademica, insegnando all’Orientale. E’ venuto poi il suo trasferimento a Firenze (dove vive tuttora) e trentacinque anni di insegnamento nell’Università di Pisa. Nel 2004 è riuscito finalmente ad andarsene in pensione e a dedicarsi soltanto alla scrittura. Chissà se è stata una buona idea. Ha prenotato, da anni, un posto nel Cinerarium del principale cimitero di Firenze, perché di là si gode una magnifica vista sulla vallata. Starà in buona e gioviale compagnia.

Sulla rubrica Poesie
A volte c’è un bisogno di sospensione. Di densità diversa. Di tempo trasognato. Di spazio poco arredato. Di un posto delle fragole nell’anima. Di silenzi gentili che non sono di solitudine, ma di rade presenze discrete. A volte c’è un bisogno di sorpresa, di lampi improvvisi, accensioni impreviste. C’è un bisogno di respiro irregolare, di battito lento. Di ricerca segreta tra le pieghe del sogno e le unghie della realtà. A volte c’è un bisogno di attesa. Di ricordo. Di sguardo lontano, distante. Di confini indistinti, di profili scontornati, nuovi. A volte c’è un bisogno di poesia. In quest’angolo di rivista se ne trova di nuova, di inedita, di molto famosa, di nascosta, di quella che addolora e di quella che consola. Basta cercare. Basta aver voglia di scoprire parole segrete. Basta trovare un piccolo tempo anche per la poesia.

Katàba! Ragionamento in giallo, di Giangaetano Bartolomei (Fuori Collana, 2006)