Da Kyoto | giovedì 4 gennaio 2007
Alessandro W. Mavilio
E un giorno il Giappone blinkò a reti unificate
Guardavo la televisione pigramente. Non riesce proprio a interessarmi.
D'improvviso mi accorgo che su ogni canale c'è una cartina del Giappone che lampeggia.
Inconsciamente ho pensato a un concorso a premi, qualcosa di allegro che avvisa dell'inizio imminente di un altro programma o chissa' che diavoleria.
Poi mi sono accorto della natura 'urgente' dei colori: il rosso al Nord e l'arancione verso Sud. Sulle coste.
Poi ho letto gli ideogrammi: "Annuncio Tsunami".
Giro un po' di canali e trovo altre reti che trasmettono in diretta i preparativi e gli avvisi alla popolazione.
Ma più di tutto mi ha colpito quel Giappone, silenzioso e colorato, come la pulsantiera di un ascensore. Come il led di una stazione che avvisa dell'arrivo del treno.
Le trasmissioni in diretta, coi loro toni da sciagura quasi desiderata, non riuscivano ad essere potenti quanto l'icona - geografica - di un intero Paese che semplicemente si illumina.
Quale idea, squisitamente resa "grafica", può superare la stessa sagoma del proprio Paese che s’illumina come un albero di Natale?
Lo tsunami, spaventoso, una volta tanto non è arrivato e si è disperso tra le onde innocue...
Ma non c'era nulla di più spaventoso di un evento naturale (e probabilmente distruttivo, perché provocato da un terremoto sottomarino di entità enorme) annunciato da una tale calma piatta.
Era come se secoli d’impotenza rispetto ai terremoti fossero vendicati da questo modo sornione di dominare il figlio del tremendo tremore: il maremoto.
Lo ammetto, c'era palpabile un sottile nazional compiacimento nel mostrare una cartina lampeggiante. Come se un certo nazionalismo si potesse affermare sulla cresta di una grande onda, attesa al minuto primo come il mitico treno proiettile.
Arriva il treno non superare la linea gialla.
"Arriva lo tsunami, salire più in alto possibile nelle zone lampeggianti della cartina ".