Squarci | domenica 10 dicembre 2006

Celeste Napolitano

In un diario…

Le persone, dicono i giudici, sono soggetti giuridici.
Le persone, dico io, sono doni…

Il sesso, dicono i religiosi, è peccato.
Il sesso, dico io, è un valore…

L’amore, dicono i sociologi, è la più grande costruzione socioculturale dell’uomo.
L’amore, dico io, è quella luce soffusa che rischiara gli angoli bui del nostro essere, e ci permette di guardare oltre, teneramente, senza accecarci…

La luce, dicono i fisici, produce energia.
La luce, dico io, produce scintille di momenti…

I momenti, dicono gli scienziati, prevedono un ordine cronologico che va rispettato.
I momenti, dico io, fanno il tempo, e il tempo non ha bisogno di ordini precostituiti per essere vissuto bene…

In un diario, dicono i romantici,vanno registrate date e luoghi ordinatamente.
In un diario, dico io, non ha assolutamente rilevanza che l’istante di poi segua quello di prima, perché nella nostra mente gli episodi si mescolano alle sensazioni così, come vengono… in un apparente, delizioso, disordine…


Sulla rubrica Squarci
Se la scrittura si serve di aghi e coltelli, se punge e lacera, se ogni pagina apre un varco in mezzo all'ovvio e al non detto, se la ragione ha bisogno di attimi di illucidità, se ogni testo si apre su un paesaggio interiore, se è un buco della serratura da cui spiare il mondo, se duole, se è una lama nella carne, se è una trama interrotta in un punto a caso, se la narrazione si spezza come un canto, se è una dissonanza, se semplicemente siete curiosi di sapere chi siamo. Estratti, ferite, fenditure di scrittura, un modo per sentire i nostri silenzi e leggere tra le righe di ciò che abbiamo in cantiere.