News | lunedì 13 novembre 2006
orientexpress ha compiuto un anno!
Abbiamo festeggiato il primo compleanno di orientexpress"!
lo scorso venerdì 3 novembre 2006 al Greenwich English Pub
La serata è stata una splendida occasione per festeggiare insieme allo staff di OXP e in compagnia degli amici ed artisti che ci hanno sostenuto e accompagnato in questo viaggio. Fra i tanti ricordiamo Paolo Coletta che ha simpaticamente introdotto la manifestazione, Roberto Azzurro, Ivana Maione, Massimiliano Mirabella, Peppino Mazzotta, e tanti tanti altri, noti e meno noti.
Abbiamo trascorso alcune ore all’insegna di divertimento, scambio, conoscenza e tanta musica da ballare e ascoltare. Eravamo in molti, oltre duecento, abbiamo avuto modo di incontrarci fuori dai luoghi istituzionali e spegnere, insieme a vecchi e nuovi amici, la prima candelina.
È stata anche un’occasione per premiare i vincitori del Concorso Letterario OrientExpressYourself.
Infatti, la giuria, composta da soci fondatori, consiglio direttivo e redazione di orientexpress, ha scelto e premiato i vincitori. Ecco la graduatoria dei finalisti:
SEZIONE RACCONTI
1° posto Vicinanze di Francesco Barone
2° posto Scirocco è il paese dell’estate di Marianna Massa, che è in Egitto, sicché a ritirare il premio di consolazione c’era un suo amico.
3° posto Italia campione di Romolo Bianco
SEZIONE POESIA
1° posto Isola di Domenico Ingenito
2° posto Home sweet home di Nunzia Sorrentino, un amico a rappresentarla.
3° posto Parola nuova di Beatrice Ferrara, che è in Scozia e ha mandato due amici a rappresentarla.
La giuria era composta da:
Licia Pizzi presidente, Carmen Vicinanza vice-presidente, Nadia Colella redazione, Iaia de Marco redazione, Magda Raffa redazione, Angela Carrano redazione, Luciano Zaami consigliere, Paola D’Agostino consigliere a distanza dal Portogallo, e Francesco De Sio Lazzari, direttore editoriale oxp.
Speriamo di poter avere altre occasioni per incontrarci
e per conoscere coloro che non sono riusciti a partecipare.
A presto con altre novità!
Breve premessa alle motivazioni
Il nostro sguardo di lettori critici, ma solidali, ha incontrato ognuno dei testi presentati con il rispetto e la delicatezza dovuta al lavoro di chi decide di esporsi, di abbandonare il rifugio sicuro del cassetto e sottomettersi al giudizio degli altri. Tutte le storie e le poesie che abbiamo esaminate ci hanno colpiti per l’imponente “quota di vita” che le permea. Dovendo però, per regolamento, proclamare due opere vincitrici, abbiamo scelto di riconoscere un valore aggiuntivo all’elemento formale, maggiormente di rilievo proprio là dove la materia narrata è più largamente comune e, dunque, il “come” si narra può fare la differenza.
"Isola"
Domenico Ingenito, si confronta con uno dei topòi letterari più frequentato, da sempre attraversato sia nella sua geografia concreta che come metafora di vivente, solo in e con se stesso, ma continuamente lambito o battuto dall’acqua degli altri, degli affetti, del dolore, delle perdite, dei sogni.
Con una sintassi non convenzionale e l’uso di figure originali e icastiche, Domenico esplora la terza dimensione dell’isola, quella temporale, tratteggiandone un’immagine di discontinuità, come di incongruenza nella configurazione logica del mare, con ciò cogliendo una ulteriore similitudine tra la rappresentazione dell’isola il tentativo di decifrare la vita, la propria vita, nell’incongruo succedersi degli anni e delle età solo per giungere alla fine. ( “i nostri anni come scogli/ seminati in mezzo alle correnti.”)
"Vicinanze"
Il racconto di Francesco Barone dirige il suo particolarissimo sguardo sull’eterno segreto di eros e tanatos. E lo fa dal basso, fisicamente e intellettualmente, da una prospettiva terminale ma, paradossalmente, gioiosa.
La sua prosa scabra e, a tratti, scabrosa (“allargo la mia ferita e sistemo i miei organi da parte per concedere a lei quanto più spazio è possibile”) è capace di stanare una commozione autentica, non sollecitata da alcun trucco di stile. In poco più di due pagine, Francesco condensa tutta la dolcezza e tutta la ferocia della vita in una serie di elementi microscopici come una lacrima, anzi due, che parole attente e misurate rendono splendide rappresentazioni di sentimenti e acuta sensibilità.