Poesie | domenica 23 luglio 2006

Ruy Duarte de Carvalho

C’è appena il sipario dell’assenza

So finalmente misurare, oggi, con molto più rigore, la forza della distanza.
So scomporla in tempo, spazio, velocità e suono.
Sereno, al rivederti, così denso il tuo volume
e naturale il tuo contorno, esatto e fine,
che si direbbe non ci sia stato neanche un tempo
in cui mi impegnavo a ricordarti.
Tra i poli della distanza trattengo solo il ponte
o, meglio, la velocità, direi.
Non conservo dei viaggi una nozione che vada più in là di un breve sonno,
sogno, un lasso di tempo, verticale
profilo.

Mi azzarderò a formulare una nozione d’assenza,
da elaborare umilmente nell’ora dell’incontro/rincontro.
Impongo alla cruda tela che da lontano ho tessuto
(e che porto dal paese del sonno)
la forma che testimoni la memoria.
E la mia percezione è ormai matura.
Trattengo appena l’ombra, di quello che – nuovo o rivisto –
giunge a preservare la verginità
e la febbre del contorno, la sua audacia.
Rinnovo la nitidezza dei segnali.
Impongo alla vaga geografia d’assenze un paesaggio riassunto,
rinnovato in ardore e amabile nitidezza.

Faccio mia, così, una comprensione depurata
dal senso del possesso.
Ho qui anche la mia crescita, avanza
sulla cenere accumulata dai ritorni –
Un candore da cui opaca emerge
la midollea struttura del paesaggio.

Né spazio, né tempo o distanza ci separano.
Tra noi due
c’è appena il sipario dell’assenza più recente
aperto ai segnali
dell’incontro da conquistare.
Nient’altro che la distanza di un paragrafo,
e il ponte, la velocità.


Traduzione dal portoghese di Domenico Ingenito.


Su Ruy Duarte de Carvalho
Ruy Duarte de Carvalho, classe 1941, angolano di origine portoghese, è una delle voci più interessanti, complesse e complete della letteratura angolana contemporanea. Antropologo di formazione, dottorato a Parigi, professore nelle università di Luanda, Coimbra e San Paolo, è autore, negli anni immediatamente successivi all’Indipendenza del suo paese, di una vasta produzione di documentari. Ha pubblicato una vasta opera poetica e in prosa. È in via di pubblicazione in Italia la traduzione di "Vou lá visitar pastores" per i tipi dell’Ancora del Mediterraneo e per il 2007 è prevista la pubblicazione di un suo romanzo, "Os papéis do inglés", per l’editrice La Nuova Frontiera. La sua riflessione intellettuale ruota intorno ad un tema centrale, quello dell’identità nazionale di un paese come l’Angola composto al suo interno, come in tutta l’Africa, di tante nazioni naturalmente e profondamente diverse tra loro. Partendo da quest’asse centrale di riflessione, tanto nella sua prosa che nella sua poesia, la sua scrittura riflette su temi come la guerra, il rapporto tra culture rurali e culture urbane, tra nord e sud del mondo, la corruzione, il concetto di sviluppo.

Sulla rubrica Poesie
A volte c’è un bisogno di sospensione. Di densità diversa. Di tempo trasognato. Di spazio poco arredato. Di un posto delle fragole nell’anima. Di silenzi gentili che non sono di solitudine, ma di rade presenze discrete. A volte c’è un bisogno di sorpresa, di lampi improvvisi, accensioni impreviste. C’è un bisogno di respiro irregolare, di battito lento. Di ricerca segreta tra le pieghe del sogno e le unghie della realtà. A volte c’è un bisogno di attesa. Di ricordo. Di sguardo lontano, distante. Di confini indistinti, di profili scontornati, nuovi. A volte c’è un bisogno di poesia. In quest’angolo di rivista se ne trova di nuova, di inedita, di molto famosa, di nascosta, di quella che addolora e di quella che consola. Basta cercare. Basta aver voglia di scoprire parole segrete. Basta trovare un piccolo tempo anche per la poesia.