Poesie | lunedì 4 marzo 2019

Francesca Carbone

Ombre

Quell'uomo è finito

ha lasciato grani in frantumo

Scie flebili

Tracce nascoste

Il vecchio disco arrugginito

gira, si blocca, gira

Sono le ombre che divorano le note

ingurgitano ritmi

ingorde schiamazzano e ridono

perché non sono fatte che di materia

sottile e sporca.


Su Francesca Carbone
Sono nata a Napoli nel 1990 e ho vissuto fino a poco tempo fa in un piccolo paese della provincia. Lo scorso luglio mi sono laureata in “Filologia, letterature e civiltà del mondo antico” presso l’Università degli studi di Napoli “Federico II”. Attualmente sono dottoranda in linguistica presso l’Orientale di Napoli e mi occupo dell’espressione vocale delle emozioni. Per motivi di studio, ho vissuto in Spagna e in Francia, terre che hanno segnato la mia crescita personale e culturale. Fin da bambina sono sempre stata spaccata a metà tra la scienza e l’arte, tra logica e intuito magico, razionalità e impulsi emotivi: insomma, immaginate la fatica che faccio ad andare avanti così “dimezzata”.

Sulla rubrica Poesie
A volte c’è un bisogno di sospensione. Di densità diversa. Di tempo trasognato. Di spazio poco arredato. Di un posto delle fragole nell’anima. Di silenzi gentili che non sono di solitudine, ma di rade presenze discrete. A volte c’è un bisogno di sorpresa, di lampi improvvisi, accensioni impreviste. C’è un bisogno di respiro irregolare, di battito lento. Di ricerca segreta tra le pieghe del sogno e le unghie della realtà. A volte c’è un bisogno di attesa. Di ricordo. Di sguardo lontano, distante. Di confini indistinti, di profili scontornati, nuovi. A volte c’è un bisogno di poesia. In quest’angolo di rivista se ne trova di nuova, di inedita, di molto famosa, di nascosta, di quella che addolora e di quella che consola. Basta cercare. Basta aver voglia di scoprire parole segrete. Basta trovare un piccolo tempo anche per la poesia.