Poesie | martedì 28 agosto 2018
Agostino Forte
Vie d'acqua
Fecero cadere una lettera nello spazio
un’altra
e un’altra ancora
ogni giorno
esercitando l’esistenza
il compito giornaliero di vivere in mezzo agli altri
a tutto abbinavano un ricordo
al cadere dell’ora
della luce
del silenzio
da loro
dunque
ebbi messi al mio granaio
poco li vidi
eppure mi furono vicini
molto
accompagnandomi al balcone
a mostrarmi il giorno
facendomi spazio
nel rientro
per tutto l’impero della casa
centro del mondo non era la ragione
ma quel che lì accade
per nascita
sussistenza
e morte
un pane
che dall’impasto
per il cotto infino al consumato
sfornasse una teologia perfetta
sempre ricorrente
quotidianamente generata
nell’inesauribile forno del cosmo
delle immagini
tra noi
mai si definì una filosofia
sapendo
intimamente
diventare il crinale un nuovo paesaggio
il declinare in discesa
una nuova salita
ascoltavo ogni orizzonte farsi vasto
per quanto angusto
infinito
per tanto fosse breve
percorrendo i segmenti
di quel soffio in flusso
da cui
per frammenti di terra
o nei flutti
giunge un vorticare di vita
spinto a racimolarsi
in quel cuore
in quel luogo d’ogni dove
dove riconosce la sua sola magione