Poesie | mercoledì 13 marzo 2013
Francesco Jonus
Abbandono in 6 movimenti
Ho il timore di perdere
l'ultimo abbaglio del tuo viso.
Le parole ardono,
attaccate al palato.
La mia lingua senza più
una patria, presa
da un'intuizione d'amore,
sensazione non sbocciata.
Non sono riuscito ad accompagnarti
fino agli ultimi confini del mio cuore.
E se fosse possibile farsi ferire
dal niente, giusto per non lasciar seccare
le illusioni, io questo l'ho fatto.
Lascia andare il momento,
che fugga senza lasciare una scia,
che non leghi ancora ciò che non è.
La frase mi brucia in bocca,
a definire i contorni
della ferita che si apre.
Sulla rubrica Poesie
A volte c’è un bisogno di sospensione. Di densità diversa. Di tempo trasognato. Di spazio poco arredato. Di un posto delle fragole nell’anima. Di silenzi gentili che non sono di solitudine, ma di rade presenze discrete.
A volte c’è un bisogno di sorpresa, di lampi improvvisi, accensioni impreviste. C’è un bisogno di respiro irregolare, di battito lento. Di ricerca segreta tra le pieghe del sogno e le unghie della realtà.
A volte c’è un bisogno di attesa. Di ricordo. Di sguardo lontano, distante. Di confini indistinti, di profili scontornati, nuovi.
A volte c’è un bisogno di poesia.
In quest’angolo di rivista se ne trova di nuova, di inedita, di molto famosa, di nascosta, di quella che addolora e di quella che consola. Basta cercare. Basta aver voglia di scoprire parole segrete. Basta trovare un piccolo tempo anche per la poesia.