Poesie | venerdì 3 febbraio 2012

Andrea Celotto

Poesie

1

Capelli neri, neri occhi.
La più bella notte d’estate,
mai vorrei che finisse,
mai vorrei andar via.
Mai trovato un corpo così perfetto,
mai una donna
tanto mi aveva reso vulnerabile.
Inferno e paradiso racchiudi:
tentatrici le tue labbra
soave il tuo viso.



2

Luci, ombre, dolci sapori.
Non so in che luogo
dove chi mi circonda mi solleva.
Il tuo corpo così armonioso
una dolce melodia,
dove ogni nota
sembra scriversi da sola.
Mi pare d’essere
nei luoghi magici
dei miei sogni.
Forse, però, sei tu che mi rapisci.



3

Milioni gli occhi
incontrati fin ora.
Due quelli in cui mi son perso:
i tuoi.


4

Negli occhi desiderio racchiudi
Nel corpo sensualità esprimi
Da sempre chiedi solo d’esser guardata
Da sempre tutt’altro ricevi.
Visitatori saltuari
che mai hanno riempito
il vuoto
dentro di te.
Stanca in volto.
Vogliosa nel cuore.
Amore.



5

Mai capirò le persone
tutte sempre di fretta,
tutte in ritardo,
Alla ricerca di un qualcosa
che possa renderle felici.

Dovrebbero soltanto
rallentare e guardare.



6

Ubriaco del tuo corpo
nei quieti abissi dei tuoi occhi
che ricordano la notte
mi perdo.
Quel nero così intenso,
che il solo fissarlo troppo a lungo
fa dimenticare
tutto ciò che mi circonda,
e che il più delle volte
terrorizza.


7

Viviamo nella finzione
Finzione di una vita
che si conclude nel peggior dei modi:
la morte.
Viviamo nella finzione
dei media e delle veline
Viviamo o fingiamo?



8

Strana la vita
Nasci, vivi, muori
Tre brevi parole.
Nasci e apri i tuoi occhi
su quel mondo che
quando vivi,
detesti.
Apri gli occhi
su quello stesso mondo che,
quando muori,
non vorresti mai lasciare.



9

Mi giro e mi rigiro


Mi giro e mi rigiro
in quel letto,
troppo grande per me
ora che il tuo calore
non lo riempie.
Un sorriso si apre sul mio volto,
il ricordo di quella notte
in cui due corpi
divennero uno.
Quella notte in cui la nostra unione
racchiudeva in sé
la perfezione di un mondo,
che ora che non ci sei
mi appare
privo di colori.
Quella notte,
mio dolce amore
Il più bel ricordo
che abbia della vita.
Quella notte,
in cui le nostre imperfezioni
un po’ casualmente scontratesi,
ci rendevano dannatamente perfetti.
Quella notte
in cui le nostre paure
sono diventate certezze,
quella notte che
ci ha consacrati l’uno all’altra.


Sulla rubrica Poesie
A volte c’è un bisogno di sospensione. Di densità diversa. Di tempo trasognato. Di spazio poco arredato. Di un posto delle fragole nell’anima. Di silenzi gentili che non sono di solitudine, ma di rade presenze discrete. A volte c’è un bisogno di sorpresa, di lampi improvvisi, accensioni impreviste. C’è un bisogno di respiro irregolare, di battito lento. Di ricerca segreta tra le pieghe del sogno e le unghie della realtà. A volte c’è un bisogno di attesa. Di ricordo. Di sguardo lontano, distante. Di confini indistinti, di profili scontornati, nuovi. A volte c’è un bisogno di poesia. In quest’angolo di rivista se ne trova di nuova, di inedita, di molto famosa, di nascosta, di quella che addolora e di quella che consola. Basta cercare. Basta aver voglia di scoprire parole segrete. Basta trovare un piccolo tempo anche per la poesia.