La strage dei fiori
Forugh Farrokhzad
Una perla. Rara. Eccezionale.
Parliamo d’Iran, e parliamo della poesia che accende da lato a lato questa terra. Gettiamo in acqua i tappeti volanti della Persia, nel fuoco il timore di una minaccia dall'Asse del Male, al vento la Teheran radical chic.
Iran, nel tempo terra di disastri, certamente, ma nel disastro sono intere costellazioni d’astri a crollare al suolo, per illuminare la terra. Iran è il sacro, è la pietra, è il nero, è porta sfondata, è oro e catrame, è denti bianchissimi. È luogo dove piangere non comporta vergogna.
Tutto questo attraversa Forugh Farrokhzad, la Poetessa del Novecento persiano, morta giovanissima nel 1967. La sua poesia raccoglie il rosso vivo della sua terra, uno ad uno i papaveri bruciati nel bacio di chi desidera, nelle mani sotterrate dalla neve, senza sosta. Femmina che mostra lo sguardo sul corpo maschile, che tocca i confini della sua cultura senza negarli, senza rivendicare altra cosa che il vino sul petto dell’amato. Ed è donna e maschio, quando nel canto semplice espone la bellezza degli oggetti nella loro purezza, dove mondo è giardino e i corpi sono fiori, e dove, poco a poco, comprendiamo qualcosa dell’incontro, degli sterminati fiori.
Traduzione italiana di Domenico Ingenito
Nato a Castellammare di Stabia (Napoli) nel 1982, si occupa principalmente di poesia persiana del periodo classico, letterature comparate, teoria e prassi della traduzione e rappresentazione fotografica. In Iran e in Portogallo si concentrano le sue principali passioni.
Su Forugh Farrokhzad
Sfidando le autorità religiose e i letterati conservatori, Farrokhzad espresse con fermezza sensazioni e sentimenti della situazione femminile nella società iraniana degli anni ’50-’60, contribuendo in modo decisivo al rinnovamento della letteratura persiana del '900. Il ruolo della donna nel matrimonio convenzionale, le libertà prevaricanti del ruolo di madre e donna libera, il rapporto conflittuale dell’essere donna e non poter godere del proprio corpo liberamente, le diedero la forza di combattere ma le impedirono di godere di una vita normale. Del 1963 è il suo unico documentario "The House is Black" che mostra la situazione dei lebbrosi iraniani e che vinse premi in tutto il mondo. Morì nel 1967 in un incidente stradale, di ritorno da una visita alla madre.
Le Ellissi
Traiettorie ellittiche per raggiungere luoghi distanti, sensibilità eccentriche. Curve di accelerazione verso geografie lontane o anche solo misteriose. Percorsi diseguali illuminati dai fuochi di uno sguardo altro, nuovo, originale. Incursioni nei vari colori e latitudini della scrittura.
Una antologia curata e tradotta da Domenico Ingenito (Ed. Orientexpress Napoli, 2007, collana Le Ellissi). Poesie di una passione e di una liricità ormai impensabile per noi, poichè, come avverte Ingenito nella prefazione: "ormai vaccinati e resi immuni alla passione che i versi più antichi della nostra tradizione italiana potrebbero e dovrebbero suscitare, difficilmente riusciamo a comprendere come nella fruizione poetica di gran parte degli iraniani di oggi convivano classico e moderno, secondo uno schema estetico che non ci appartiene totalmente".
G. Cerrai
https://ellisse.altervista.org/index.php?/archives/436-Forough-Farrokhzad-La-strage-dei-fiori.html
L'alternativa casa editrice napoletana OXP orientexpress ha pubblicato recentemente, nella sua collana Le Ellissi, una raccolta di diverse poesie della più amata poetessa persiana: Forugh Farrokhzad , che a oltre 40 anni dalla sua morte rimane il punto di riferimento per la poesia persiana femminile.
Un'icona suo malgrado di una coraggiosa voce di dissenso e di ribellione della donna; ma a leggere bene questi versi scopriremo che la Farrokhazad è un poeta...un poeta e basta, legata, alla tradizione e allo splendore della poesia persiana antica.Antonio Colecchia
https://lnx.whipart.it/letteratura/5308/Poesia-Forug-Farrokhzad-%20Colecchia.html