A mani alterne
Roberta Pinto
Una raccolta è già di per sé multipla, il suo titolo è il riconoscimento dell’autrice alle svariate voci del sé, come se più mani avessero suonato melodie differenti, a volte quasi discordanti, molto dolci, oppure assordanti!
La divisione in capitoli ne suggerisce una sorta di identificazione, ma le tematiche e le dita spesso s’intersecano nelle diverse poesie, transitano sugli scambi dei binari emotivi scompaginando ogni presunto ordine.
La raccolta, in quanto esordio, è una valigia di fogli e parole composte per anni. Dentro vi è la storia di una ragazza, i suoi tormenti, i desideri, le smanie, il ricordo di persone scomparse o perse, i brandelli di una vita lontana e le maschere dell’amore.
Su Roberta Pinto
Roberta è nata a Napoli il 5/6/78 (la nascita era implicita, la città una puntualizzazione, la data è trascritta per l’ordinata bellezza della successione numerica perfetta ). In confidenza con la poesia già da piccola, ha vinto alcuni premi e menzioni in vari concorsi per bambini e poi per liceali. Ha continuato a scrivere sempre ma, finora, privilegiando per la sua voce una dimensione privata.
Gli Scacchi
Fare poesia è muovere parole sulla scacchiera dei vuoti e dei pieni: la pagina bianca, le parole nere. Fare poesia è giocare col tempo, contro il tempo, (re)inventandolo a proprio favore: è un gioco di pazienza, un corteggiamento, una guerra. Trovare la parola "giusta", "quella parola", che a(ni)ma il silenzio, è uno scacco (matto...e folle!) ai Re e alle Regine. Fare poesia è stare soli con le proprie pedine, ascoltando(si), in mezzo al frastuono del mondo.