Il gioco della luna e del vento
Rosaria de Marco
Fabio, io narrante, attore del sottobosco teatrale, ultraquarantenne sornione e disincantato, scivola dentro una passione inattesa e senza rete, Chiara.
Poco dopo, si scontra con le pagine tenere e amare di un libro di cui lei è la riconoscibile protagonista. Il romanzo è una antologia delle sue storie, quasi un inventario dei suoi uomini, e minaccia di diventare, nelle mani di Fabio, una sorta di manuale di istruzioni per l’uso di una persona.
Chiara, lei narrata e narrante, traduttrice letteraria, amante delle parole non meno che dei corpi, abitante della luce e attratta dall’ombra, vive il suo desiderio difendendolo dalle insidie dell’amore, della famiglia, delle convenzioni, delle verità.
Il suo è un percorso a ostacoli, ma Chiara va veloce perché il tempo è antagonista della differenza. Dopo un po’ tutto assomiglia a tutto e smette di dare brividi. Il desiderio, per lei, si muove in una sola direzione: in avanti.
Il resto è un dedalo di sentimenti, un gioco in bilico tra libri, canzoni, poesie, donne, uomini.
Su Rosaria de Marco
ROSARIA DE MARCO è nata a Napoli nel 1959. È dottore di ricerca in Letterature romanze comparate e attualmente svolge un corso di lingua portoghese e uno su “Telenovelas brasiliane e identità nazionale” presso l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli.
Ha tradotto dal portoghese racconti e poesie raccolti in varie pubblicazioni, e i romanzi Jornada de África di Manuel Alegre (Il Filo, 2010) e Mentre Salazar dormiva di D. Amaral (Cavallo di Ferro, 2013).
Ha pubblicato recensioni e articoli su riviste e in volumi collettanei e, nel 2012, il saggio Saramagico. Elementi e funzioni del fantastico nel romanzo filosofico di José Saramago (ETS), oltre a due titoli di narrativa: Il gioco della luna e del vento (oxp, 2006) e Blu oltremadre (Dante &Descartes, 2008).
I Coltelli
Testi che a volte fanno male, feriscono, tagliano, lacerano, sezionano. Libri che colpiscono, e che segnano momenti di improvvisa frattura e lesioni che si aprono inattese. Esistenze che sotto una superficie compatta nascondono frammenti incoerenti...
Sì, alla fine sembra proprio che si tratti solo di un gioco. Quello della luna e del vento. E’ un gioco perché ha le sue regole, e nel bel libro di Iaia de Marco non ci sono dubbi che sia la luna a stabilirle. E’ solo un gioco perché alla fine, anche se nessuno lo dichiara all’inizio, c’è chi vince e chi perde. E’ solo un gioco perché in fondo è giusto non prenderlo troppo sul serio.
Fabio e Chiara decidono di giocare, Chiara svela le sue regole un po’ alla volta, ma prova ugualmente ad essere sincera. Confessa subito che si tratta di magia, solo di attimi nuovi, annuncia che la verità e l’assoluto non fanno parte della partita.
I due personaggi si muovono docili sul foglio dell’autrice. Sarà pure il gioco della luna e del vento, ma come al solito ci si guarda tutti con sospetto, alla ricerca di chi abbia nelle mani il destino di chiunque.
Iaia de Marco ci svela aspetti del mondo dei sentimenti tra uomo e donna, che forse fino ad oggi ci erano sfuggiti, o che non eravamo riusciti a definire con tanta chiarezza e lucidità, ma a tratti questa precisione nel descrivere chi siamo quando amiamo fa un po’ paura, e, pagina dopo pagina, ci attrae e ci respinge.
Si rimane in attesa di qualche piccola sbavatura nella scrittura, con la speranza che un attimo di distrazione sveli finalmente un movimento dei sentimenti inaspettato...Dario Pasquali